Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/274

Da Wikisource.

Se questi avesse potuto veder in volto suo nipote non avrebbe avuto bisogno di udirne la voce per accorgersi che gli era accaduto qualche cosa di grosso. Ma siccome il Dal Poggio, entrando, si era avanzato verso di lui a ridosso della finestra, e aveva la figura in ombra, così il vecchio non s’accorse della di lui emozione se non dopo averlo udito parlare in doloroso accento.

— Che cos’è accaduto, Emanuele? — chiese egli con interesse vivissimo.

— Debbo confidarvi una grande sciagura di famiglia e una mia risoluzione; — rispose questi — L’onor mio esige assolutamente che io conduca via da Milano... lei... il più presto possibile...

— Lei! Il tuo onore!... Ma si potrebbe saper chiaramente che cosa significa ciò?

— Significa una cosa che voi siete ben lontano dal sospettare e che io stesso... vedete, che ormai ne ho in mano pur troppo le prove, non arrivo ancora a persuadermi che sia vera.

— E che riguarda Noemi? — richiese il vecchio sentendosi venir le fiamme al viso, e puntando le due mani sui bracciuoli del seggiolone come se volesse balzar in piedi.

Il Dal Poggio fe’ cenno di sì con un movimento di capo continuo che pareva dire: Pur troppo!

Stettero un momento in silenzio.

Il nonno aveva capito tutto.

— Parla, Emanuele; — diss’egli — Ho diritto di sapere ogni cosa;... non nascondermi nulla...