Pagina:Arrighi - La scapigliatura e il 6 febbrajo, Milano, Redaelli, 1862.djvu/278

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battè sull’imposta un piccolo colpo colla nocca dell’indice e tese l’orecchio; ma non gli fu risposto. Allora apri l’uscio ed entrò. Il Dal Poggio dietro di lui.

Girati gli occhi intorno s’avvidero che la camera era deserta. Il marito andò verso l’alcova, rimosse i cortinaggi, guardò nel letto; era vuoto... Un’idea funesta gli traversò la mente. Si slanciò verso l’uscio che metteva nel di lei gabinetto di toeletta, vi mise dentro il capo e lo ritrasse dicendo con voce alterata: — Nessuno!

Corse a guardar nello stanzino del bagno: — Nessuno ancora!

Allora come furibondo uscì di là e andò a cercar della cameriera che stava nella guardaroba allestendo i bauli. Egli era così stravolto che questa vedendolo entrare ne fu spaventata.

In un punto tutta la sua circospezione se ne era ita in fumo.

— Dov’è mia moglie? — chiese alla fanciulla con un tuono di voce che non permetteva una risposta equivoca.

— È uscita di casa.

— Quando?

— Poco prima di mezzogiorno.

— E ha lasciato detto?

— Credo che sia andata a far delle spese pel viaggio.

Calmato da questa spiegazione il Dal Poggio potè rispondere un: Va bene, che non distrusse però la prima impressione.