Pagina:Büchler - La colonia italiana in Abissinia, Trieste, Balestra, 1876.pdf/39

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amici del signor Stella, che essi, nei ritornelli delle loro canzoni, acclamavano e salutavano: «padre dei Bogos».

Tolte le mense, i visitatori furono introdotti nella stanza. E là, inchini profondi, esclamazioni di giubilo e dimostrazioni di affetto, a piacere; senza dimenticare di prenderci le mani e di recarsele alla fronte in segno di umiltà e devozione.

Il signor Stella li fece sedere, e quando il circolo si fu costituito, ebbe principio una brillante conversazione tra essi e lui, il quale dichiarava di averli sempre avuti a cuore durante la sua assensa, e di esser lieto oltremodo di rivederli. Manifestato poscia ai medesimi il desiderio di udire le novità, gli raccontarono che i Marias erano stati battuti, durante la sua assenza, dai Bogos servi del signor Stella, forti e valentissimi giovanotti, da lui istruiti fin da fanciulli e addestrati al maneggio del fucile. Essi avevano disteso al suolo quaranta Marias e ferito un loro capo; poscia avendo marciato sopra il loro paese, lo avevano saccheggiato riportandone un vistoso bottino in vacche. Di questo avevano saputo saggiamente approfittare, comechè fossero assai bene forniti d’ogni altra cosa necessaria e se la passassero da ricchi nel loro piccolo paese di Keren.

Tra gli allievi del signor Stella venne ricordato, siccome quello che si era distinto fra tutti, Olda-Gabriel, che da schiavo del medesimo, passò alla condizione di suo figlio adottivo, e fu da esso lui addestrato nel trattare armi da taglio e da fuoco.

Dai colpi di questo giovane coraggioso, che meritossi il soprannome di eroe del Tigre, non isfuggiva alcuna fiera ch’egli avesse affrontato; aitante della persona, tarchiato, robusto quanto un toro, snello siccome una gazzella, aveva i lineamenti sereni, fiammeggiante