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Pietro Bembo - Rime

non ho mai d’altro, a guisa d’uom che fura,
di paura e di speme tutto ardea.8

E tanto in quel sembiante ella mi piacque,
che poi per meraviglia oltre pensando,
infinita dolcezza al cor mi nacque;11

e crebbe alor che ‘l bel fianco girando
mi vide, e tinse il viso, e poi non tacque:
– Tu pur qui se’, ch’io non so come o quando –.14

XII.

Amor, che meco in quest’ombre ti stavi,
mirando nel bel viso di costei,
quel dì che volentier detto l’avrei
le mie ragion, ma tu mi spaventavi,4

ecco l’erbetta e i fior lieti e soavi,
che preser nel passar vigor da lei,
e ‘l ciel, ch’acceser que’ begli occhi rei,
che tengon del mio petto ambe le chiavi.8

Ecco ove giunse prima e poi s’assise,
ove ne scorse, ove chinò le ciglia,
ove parlò Madonna, ove sorrise.11

Qui come suol, chi se stesso consiglia,
stette pensosa: o sue belle divise,
come m’avete pien di meraviglia!14

XIII.

– Occhi leggiadri, onde sovente Amore
move lo stral, che la mia vita impiaga,


Letteratura italiana Einaudi 7