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Pietro Bembo - Rime

che m’ardi, s’io ti miro, e per te sei
freddo smalto, a cui giunse alta ventura.8

E come donna in vista dolce, umile,
ben mostri tu pietà del mio tormento;
poi, se mercé ten’prego, non rispondi.11

In questo hai tu di lei men fero stile,
né spargi sì le mie speranze al vento,
ch’almen, quand’io ti cerco, non t’ascondi.14

XX.

Son questi quei begli occhi, in cui mirando
senza difesa far perdei me stesso?
È questo quel bel ciglio, a cui sì spesso
invan del mio languir mercé dimando?4

Son queste quelle chiome, che legando
vanno il mio cor, sì ch’ei ne more expresso?
O volto, che mi stai ne l’alma impresso,
perch’io viva di me mai sempre in bando,8

parmi veder ne la tua fronte Amore
tener suo maggior seggio, e d’una parte
volar speme, piacer, tema e dolore;11

da l’altra, quasi stelle in ciel consparte,
quinci e quindi apparir senno, valore,
bellezza, leggiadria, natura et arte.14

XXI.

Grave, saggio, cortese, alto signore,
lume di questa nostra oscura etate,


Letteratura italiana Einaudi 12