Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 4, 1799.djvu/157

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Climi. 153

te lor lingue a quel!’incanto, che sentono essi medesimi nella nostra, quando bene la sanno, pér cui è più bella figlia, che non la sua madre, ed è sorella unica della grecs per chi non ha pregiudizi.

Per contrapposto, giacche parliamo degl’ inglesi, prevalse in loro il^ genio filosofico,e Bacone è stato autore esemplare a tutta l’Europa seguito da molti, e ci è nato un Newton. Da loro venuto è in Francia il vero pensare profondo con Loke e non servile.

Entrambe queste due genti sono state nostre maestre in molle cose, benché Galileo, e Catanto che poco ei valse nella sua, come in Francia si giudicò. E qui mi sia permesso il dire, che sempre in’ ha fatto gran colpo il pensiero del marchese d’Argens, che pretende agguagliare la scuola francese, e italiana, benché v’unisca a rinforzo la fiarninga. Ma no i é egli ridicolo il porre a fronte di un popolo di pittori divini, e di quadri eccellenti a migliaia quattro o cinque francesi o fiaininghi; come sarebbe ridicolo il far rivale il teatro italiano con sette, o otto tragedie anche eccellenti del francese ricchissimo di tante di Cornelio, di Racine, di Crebillon, di Voltaire, e di molt’altri?