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118 Capo Secondo

mandar qua, e là d’ogni paese cercando alcun codice, e autore, di cui s’avesse biso-


    arcidiacono di Verona morto nell’846. per ducento diciotto codici lasciati per testamento al capitolo de’ suoi canonici, e il suo epitaffio famoso ne fa distinta memoria. Due canonici di Ratisbona vennero verso il mille in Italia, per veder l’opere di s. Ambrogio, e ne trovarono parte in Verona tra i codici di Pacifico. Così quando vescovi, e papi al lor clero fecero dono di qualche libro, meritarono iscrizioni a perpetua lor gloria, come alcune comprovano o registrate nella storia, o esistenti in marmo tuttora. Fuori de’ chiostri appena i principi avevano qualche libro. Una contessa di Francia dessi non so dove) aver pagate ducento pecore, un moggio di grano, un di miglio, un di segala, e molte pelli di martoro per aver l’omelie d’Aimone d’Alberstad morto nell’852. condiscepolo di Rabano Mauro nella scuola d’Alcuino; e il gran prezzo, che allor costavano, fu cagione, che molte opere furono finte, o attribuite a falsi autori. E qual sarà stata penuria al mille, o circa, se sino al 1286. leggiamo un decreto del popolo ferrarese per ricuperare una bibbia in due volumi fatta trascrivere a pubbliche spese, e ad onore di Maria Vergine, e di S. Giorgio, la quale essendo stata da’ canonici usurpata, vuoisi rendere alla fabbrica della chiesa, a cui