Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/160

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154 l'elegia di madonna fiammetta


il forestiere Enea naufrago, ed essere presa della sua forma, e sé e le sue cose rimettere nell’arbitrio del troiano duca; il quale, avendo le reali delizie usate al suo piacere, e lei di giorno in giorno piú accesa del suo amore, abbandonatala si diparte. Oh quanto senza comparazione mi si mostra miserevole, mirando lei riguardante il mare pieno di legni del fuggente amante! Ma ultimamente, piú impaziente che dolorosa la tengo, considerando alla sua morte. E certo io nel primo partire di Panfilo sentii per mio avviso quel medesimo dolore, che ella nella partita di Enea; cosí avessero allora gl’iddii voluto che io poco sofferente mi fossi subitamente uccisa! Almeno, sí come lei, sarei stata fuori delle mie pene, le quali poi continuamente sono diventate maggiori.

Oltre a questi pensieri miserabili mi si para davanti la tristizia della dolente Ero7 di Sesto, e vedere la mi pare discesa dell’alta torre sopra li marini liti, ne’ quali essa era usata di ricevere il faticato Leandro nelle sue braccia, e quivi con gravissimo pianto la mi pare vedere riguardare il morto amante sospinto da uno dalfino, ignudo giacere sopra la rena, e poi essa con li suoi vestimenti asciugare il morto viso della salata acqua, e bagnarlo di molte lagrime. Ahi! con quanta compassione mi strigne costei nel pensiero! In veritá con molta piú che nessuna delle donne ancora dette, tanto che talvolta fu che, obliati li miei dolori, de’ suoi lagrimai. E ultimamente alla sua consolazione modo alcuno io non conosco, se non de’ due l’uno: o morire, o lui, sí come gli altri morti si fanno, dimenticare. Qualunque di questi si prende, è il dolore finire; niuna cosa perduta, la quale di riavere non si possa sperare, può lungamente dolere. Ma cessi Iddio, però, che questo avvenga a me, il che se pure avvenisse, niuno consiglio se non la morte ci piglierei. Ma mentre che il mio Panfilo vive, la cui vita lunghissima facciano gl’iddii come egli stesso disia, non mi puote quello avvenire, però che, veggendo le mondane cose in continuo moto, sempre mi si lascia credere che egli alcuna volta debba ritornare mio, sí come egli fu altra fiata; ma questa speranza non venendo ad effetto,