Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/203

Da Wikisource.

chiuose 197


[ Cassandra ]: fu figliuola di re Priamo e fu assai bella del corpo, e d’essa s’innamorò Appollo iddio della sapienza che conosce ciò che deve venire e quel ch’è passato. Seguitando questa Cassandra per avere a fare con essa ed essa fuggendolo, pur vinta da molte promesse disse che volea consentire alla sua volontá se esso le dava grazia che essa potesse conoscere e indovinare le cose future. La qual cosa Appollo le concedette, e volendo avere a fare con essa, essa si fe’ beffe di lui e non gli volle osservare la promessa. Per la qual cosa Appollo vedendosi schernito da lei, non potendole togliere la grazia data, le tolse che quello che essa indovinasse non le fosse creduto, ma fosse riputata insana.

[Dite]. Questo è re dello ’nferno.

[Stige ]. Questa è una palude nello ’nferno, la quale è interpretata tristizia.

[Arpie]: sono uccelli che hanno collo e viso umano e furono tre, cioè Aellopo, Occipito e Celeno; le quali quando Enea arrivò nell’isola di Strofade e pigliando rinfrescamento e cibo, queste Arpie vennero alle loro tavole e rapirono le lor vivande, e col loro putrido sterco imbrattarono tutte le mense; laonde Enea prese uno arco per cacciarle via e sagittolle. Di che esse come nunziatrici di male fuggendogli innanzi predissero ad esso Enea che innanzi che giugnesse in Italia ove dovea acquistare nuovo regno e li discendenti suoi dovieno edificare Roma, loro bisognava per fame mangiare le mense. Del quale agurio fu Enea molto tristo e però dice Virgilio nel terzo di Eneidos:

Ibitis Italiani portusque intrare licebit;
Sed non ante datam cingetis moenibus urbem
Quam vos dira fames nostraeque iniuria caedis
Ambesas subigat malis absumere mensas.

[vv. 254 - 257.]