Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo I, 1831.djvu/9

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AVVERTIMENTO


La stima grandissima che il Boccaccio faceva del divino Alighieri, e delle sue opere, appare da molte testimonianze che ce ne ha lasciate nei suoi scritti, ove costantemente chiama Dante suo maestro, non perchè egli fosse da lui ammaestrato, poichè nacque pochi anni avanti la morte di Dante, ma per la dottrina che aveva attinta nello studio della divina Commedia. Benchè di questa opera esistessero molti e diffusi commenti, parve al Boccaccio di poter far meglio di quel che era stato fatto, e intraprese negli ultimi anni della sua vita l’illustrazione dell’Inferno di Dante, la quale non si estese oltre il Canto decimosettimo, che la morte lo sopravvenne. Questo prezioso Commento che di lui ci è rimasto, non sono che Lezioni da esso pubblicamente lette in Firenze per ordine della repubblica, ed abbiamo dal Monaldi nel suo Diario, che il Boccaccio cominciò a spiegar Dante in Firenze, Domenica, a di 23 Otto-