Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo II, 1831.djvu/139

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SOPRA DANTE 135

esprime il fanciullo come è nato, a dimostrazione che egli sia venuto in questa vita, la quale è piena di dolore e di miseria. Maravigliasi adunque Plutone, siccome di cosa ancora più non veduta, cioè che alcuno vivo uomo vada per l’inferno; e temendo questo non sia in suo danno, invoca quasi come suo aiutatore il suo maggiore; e acciocchè egli il renda più pronto al suo aiuto si duole in più dire, seguendo le poetiche divisioni, Plutone ricordandosi, che Teseo con Piritoo vivi discesero in inferno per rapire Proserpina reina di quello, e poi dopo loro Ercole; e questo essere stato in danno e del luogo e degli uficiali di quello; veggendo l’autore vivo, nè temer de’ demoni, si maraviglia e teme, e sta admirative, e dolendosi, chiama il principe suo: Cominciò Pluto, supple, a dire, o a gridare, con la voca chioccia, cioè non chiara nè espedita, come il più fanno coloro i quali da subita maraviglia sono soprappesi. E oltre a ciò, cominciò Pluto a gridare per ispaventar l’autore, siccome ne’ cerchi superiori si sono sforzati Minos e Cerbero nell’entrata de’ detti cerchi; acciocchè per quel gridare il ritraesse di procedere avanti, e dal dare effetto alla sua buona intenzione. Ma innanzi che più innanzi si proceda, è da sapere, che secondochè i poeti dicono Plutone il quale i latini chiamano Dispiter1, fu figliuolo di Saturno e di Opis, e nacque ad un medesimo parto con Glauco. E secondochè Lattanzio dice, egli ebbe nome Agelasto: e secondo dice Eusebio in libro

  1. Così ha il MS:, credo però doversi leggere Dis.