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60 COMENTO DEL BOCCACCI

lio, il quale e nel principio delle narrazion fatte da Enea de’ casi troiani a Didone, e ancora nel dolore di Didone nella partita d’Enea, assai chiaramente il dimostra.

Ma se a conoscer la prima radice,

la qual prima radice del costoro amore ha l’autore mostrata di sopra quando dice, Amor, ch’al cor gentil, ec. dove qui secondo la sua domanda, cioè dell’autore, madonna Francesca gli dimostra, come al frutto il quale di quella radice si desidera e s’aspetta essi pervenissero; e così vorrà qui l’autore che il principio s’intenda per la fine:

Del nostro amor tu hai cotanto affetto,

cioè cotanto desiderio,

Farò come colui, che piange e dice.

Noi, cioè Polo e io, leggevamo un giorno, per diletto, Di Lancelotto, del quale molte belle e laudevoli cose raccontano i romanzi franceschi, cose, per quel ch’io creda, più composte a beneplacito, che secondo la verità; e leggevamo, come amor lo strinse; perciocchè ne’ detti romanzi si scrive, Lancelotto essere stato ferventissimamente innamorato della reina Ginevra, moglie del re Artù:

Soli eravamo, e senza alcun sospetto.

scrive l’autore tre cose, ciascuna per sè medesima potente ad inducere disonestamente ad operare un uomo e una femmina che insieme sieno: cioè leggere gli amori d’alcuni, l’esser soli, e l’esser senza sospetto d’alcuno impedimento.

Per più fiate gli occhi ci sospinse,

a riguardar l’un l’altro,