Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/34

Da Wikisource.
26 COMENTO DEL BOCCACCI

altri non fosse che ciò vietasse, esso sarebbe colui, che con la spada in mano mentre la vita gli bastasse il vieterebbe a chi far lo volesse: per le quali parole, avendo riguardo all’autorità di tanto cavaliere, e ancora alla sua potenza, fu il ragionamento di ciò lasciato stare. Deh se riposi mai. Qui comincia la sesta particella della terza parte di questo canto, nella quale l’autor muove un dubbio a messer Farinata, ed egli gliele solve: dice adunque così,

Deh se riposi mai vostra semenza

cioè i vostri discendenti: e in queste parole alquanto catta la benivolenza di messer Farinata, acciocchè più benivolamente gli sodisfaccia di quello di che intende di domandarlo.

Prega’ io lui, solvetemi quel nodo,

cioè quel dubbio,

Che qui ha inviluppata mia sentenza,

cioè il mio giudicio, intantochè io non ne posso veder quello che io desidero. El par che voi, cioè anime dannate, veggiate, se ben odo, quello che voi m’avete detto, e comprendo quello di che messer Cavalcante mi domandò, veggiate, Dinanzi, cioè preveggiate, quel che ’l tempo seco adduce, nel futuro, E nel presente, tempo, tenete altro modo, in quanto non par che cognosciate nè veggiate le cose presenti: e questo dice, perciocchè messer Farinata gli avea detto, che avanti che quattro anni fossero, egli sarebbe cacciato di Firenze, in che si dimostra loro veder le cose future: e messer Cavalcante l’avea domandato, se il figliuolo vivea, in che si dimostra che