Pagina:Boccaccio - Il comento sopra la Commedia di Dante Alighieri di Giovanni Boccaccio nuovamente corretto sopra un testo a penna. Tomo III, 1832.djvu/94

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86 COMENTO DEL BOCCACCI

colui essere crudelissima morte di Cicilia e d’Italia, e come egli fosse sciolto, sarebbe disfacimento di molte città: il qual sogno la donna il dì seguente in pubblico disse a molte persone: ma poi in processo di tempo, quasi come se liberato fosse dalle catene, e ricevuto Dionisio in signore de’ Siracusani, e tutti i cittadini a vederlo nella città venire corressono come si suole a così fatti avvenimenti, Imera similmente v’andò, e tantosto che ella il vide altamente disse: questi è colui, il quale io vidi legato a’ piedi di Giove: il che poi da Dionisio risaputo, le fu cagione di morte. E così avendo per la pistolenza, la quale aveva gli eserciti de’ Cartaginesi del tutto consumati, e da loro liberata l’isola, Dionisio occupata, secondochè scrive Giustino, la signoria di quella, primieramente mosse guerra a tutti i Greci i quali in Italia abitavano, e venne lor sopra con grandissimo esercito: e fatti molti danni, e vinti i Locrensi, e guerreggiando que’ di Crotone, avvenne che con lui si congiunsero in compagnia quelle reliquie de’ Galli i quali avevano Roma guasta: ma da questa guerra il richiamò in Cicilia un grande esercito di Cartaginesi venutovi; ed essendo da molti sinistri avvenimenti debilitato assai, da’ suoi medesimi fu ucciso, avendo già trentotto anni regnato: il quale, secondochè scrive Tullio nel preallegato libro, fu nel modo del suo vivere temperatissimo, e nelle operazioni sue fortissimo e industrioso; e con questo fu pessimo e malefico, senza alcuna giustizia, e crudelissimo occupatore dell’altrui sustanze, vago del sangue degli uomini e disprezzator degl’iddii, Ed essendo allevato con