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480 orlando innamorato [St. 3-6]

         E ciò se vide alora manifesto,
     Chè Orlando, qual di senno era compito,
     Di sua natura si cangiò sì presto,
     E venne impazïente allo appetito;
     Et a Ranaldo se fece molesto,
     Col qual fu de amistà già tanto unito.
     Ora nel campo a morte lo desfida,
     Suonando il corno ad alta voce crida:

         Non hai vicino il forte Montealbano,
     Che possa con sue mure ora camparte;
     Non è teco il fratel de Vivïano,
     Qual ti possa giovar con sua mala arte.
     Chi te potrà levar dalla mia mano?
     Come andarai fuggendo et in qual parte?
     Non è citade al mondo, o tenimento,
     Ove non abbi fatto un tradimento.

         Belisandra robbasti in Barbaria,
     Quando gli andasti come mercadante.
     Vôi tu forse tornar per quella via,
     O fuggir per il regno de Levante,
     Dove sette fratei per tua folìa
     E per le fraude tue, che son cotante,
     A tradimento son condutti a morte?
     Forse in Tesaglia andar te riconforte?

         Re Pantasilicor da te fo preso,
     Nè usata fu più mai tanta viltate,
     Perchè, essendo pregion, da te fu impeso,
     Sì che non passarai per sue contrate.
     E già non posso a pieno aver inteso
     Tutte le tue magagne e crudeltate;
     Ma scio che a Montalbano a notte scura
     Nè al chiaro giorno è la strata sicura.