Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/319

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[St. 39-42] libro ii. canto xviii 309

         Onde discese de il destriero al basso,
     Ma non se assetta, le dame aspettando,
     Le qual venian però più che di passo.
     Ora odì il conte lor, che mormorando
     Dicevan l’uno a l’altro: Egli è ben grasso.
     E quel rispose: Io nol so, se non quando
     Io il vedo a rosto, o ver quand’io l’attasto;
     E saprò [i]l meglio se io ne piglio un pasto.1

         Non attendeva Orlando a tal sermone,
     Come colui che alle dame guardava,
     Ma in questo Antropofàgo il Lestrigóne
     Da mensa pianamente se levava,
     E[t], preso avendo in mano un gran bastone,
     Venne alle spalle del conte di Brava,
     E sopra l’elmo ad ambe mano il tocca,
     Sì che disteso a terra lo trabocca.

         Molti altri se aventarno anco di fatto,
     Verso le dame dai visi sereni,2
     Perchè volevan tutti ad ogni patto
     Aver di quella carne e’ corpi pieni;
     Ma lor, che se smarirno di quello atto,
     Voltarno incontinente i palafreni,
     E l’una in qua e l’altra in là fuggiva;
     La mala gente apresso le seguiva.

         Givan piangendo e lamentando forte
     Le damigelle, con molta paura,
     E, non essendo nel paese scorte,
     Andarno errando per la selva oscura.
     Tornamo al conte, che è presso alla morte:3
     Già tratta gli han di dosso l’armatura,
     E non è ancora in sè ben rinvenuto,
     Per il gran colpo che ha nel capo avuto.

  1. P. omm. il.
  2. Ml., Mr. e P. E.
  3. Ml. tornando.