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336 orlando innamorato [St. 15-18]

         Or cominciano a entrare e’ cavallieri:
     Ben vi scio dir che ciascuno è forbito,
     Con ricche sopraveste e con cimieri;
     Ogniom se mostra nel sembiante ardito,
     Di qua de là spronando e gran destrieri,
     Perchè il torniero in due schiere è partito:
     Costanzo de una parte è capitano,
     De l’altra Norandino il Sorïano.

         Gnacare e corni e tamburini e trombe1
     Suonorno a un tratto intorno della piaccia;2
     Trema la terra e par che il cel rimbombe,
     E che lo abisso e il mondo se disfaccia.
     Tutte le dame, a guisa de colombe,
     Per l’alto crido se smarirno in faccia;
     Ma i cavallier con furia e con tempesta
     A tutta briglia urtâr testa per testa.

         Nè si vedean l’un l’altro e’ campïoni,
     Benchè ciascuno avesse a l’urto accolto;
     Ma il fremir delle nare de’ ronzoni
     Avea sì grande il fumo a l’aria involto,
     E sì la polve alciata in que’ sabbioni,3
     Che avea il vedere a tutti avanti tolto,4
     Nè se guardava l’ordine, o la schiera,
     Ciascun menando a chi più presso gli era.

         Ma poi che il fatto fu aturato un poco5
     E cominciò l’un l’altro a discernire,
     Apparve in quella piazza il crudo gioco,
     E colpi dispietati, il gran ferire;
     Avanti, a mezo, a dietro, in ogni loco,
     Si vedea gente de gli arcioni uscire;
     Per tutto è gran travaglia e grave affanno,
     Ma chi è di sotto, è quel che porta il danno.

  1. Ml. Gnachere.
  2. P. a un tempo; Ml., Mr. e P. intorno a la p.
  3. T. e Ml. E la polve alciata in que sentieri.
  4. P. Che aveva a tutti avanti il veder.
  5. T. più aturato; Mr. aturato (o aiutato?); P. attutato.