Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/383

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[St. 35-38] libro ii. canto xxii 373

         Il re turbato incominciò gran pianto,
     Stimando che sia morto Rodamonte;
     Ma io il vo’ piangendo abandonare alquanto,
     Per tornare a que’ duo che a fronte a fronte
     De ardire e de fortezza se dan vanto.
     Forse stimati che io parli del conte,
     Qual con Ranaldo a guerra era venuto;
     Ma io dico Rodamonte e Ferraguto,

         Che non ha tutto il mondo duo pagani
     Di cotal forza e tanta vigoria.
     Crudel battaglia quei baron soprani
     Menata han sempre e menan tuttavia.
     De arme spezzate avean coperti i piani,
     Nè alcun de lor sa già chi l’altro sia;
     Ma ciascun giuraria senza riguardo
     Non aver mai trovato un più gagliardo.

         De l’altro è Feraguto assai minore,
     Ma non gli lasciaria del campo un dito,
     Chè a lui non cede ponto di valore,
     Perchè ogni piccoletto è sempre ardito;
     Et evi la ragion: però che il core
     Più presso a l’altre membra è meglio unito;
     Ma ben vorebbe aver la pelle grossa
     Il cane ardito, quando non ha possa.1

         Durando anco tra lor lo assalto fiero,
     Per l’aspri colpi orribile a guardare,
     Passava per quel campo un messaggiero,
     Qual, fermo un poco, gli prese a parlare:2
     Se alcun di voi de corte è cavalliero,
     Male novelle vi sazo contare,
     Chè ’l re Marsilio, il perfido pagano,
     Posto ha lo assedio intorno a Montealbano.

  1. Ml. Il leon.
  2. P. li prese.