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modo stabile nel paese, è prova che altre signorie lontane possedevano e questa avessero allora appunto ottenuta.

Aggiungeremo qui di passaggio essere cosa probabilissima che precisamente in quest’epoca dalla Toscana venissero nelle Alpi Marittime al seguito del C.te Bonifacio le famiglie degli Alberti, Galleani, Guidi, Degubernatis, Bardi1 ecc., originarie tradizionalmente di quei lontani paesi e per le quali sarebbe altrimenti difficile lo spiegare come si sarebbero stabilite nelle regioni Nizzarde e, ciò che è degno di considerazione, appunto nelle terre dipendenti dai C.ti di Ventimiglia, come Ventimiglia, Tenda, Briga, Gorbio, Peripaldo.

Un altro indizio ci è par dato dalla simiglianza dei nomi nelle due famiglie.

Rotilde, madre dei C.ti Adalberto e Bonifacio, era sorella, di Lamberto e Guido M.se di Spoleto; or bene noi troviamo questi nomi di Lamberto a Guido ai suoi due nipoti M.si di Toscana ed appunto parallelamente il nome di Guido all’altro suo nipote C.te di Ventimiglia.

A queste prove della nostra asserzione noi ora desideriamo di aggiungerne un’altra di genere diverso o nascente da un fatto particolare che si osserva in vari documenti riflettenti i contadi di Ventimiglia e d’Albenga. Noi abbiamo infatti trovato che in quelle due regioni i beni dei C.ti Ventimiglia e quelli dei M.si di Susa sono alcune volte in contatto e dire

  1. La famiglia Bardi abitava Perinaldo nella metà del secolo xiv ed aveva allora il soprannome di Marardi (v. doc. xxxv), il che ci proverebbe che la famiglia del generale Giacomo Maraldi ora comandante la divisione militare di Roma avesse anticamente il nome di Bardi. Furono di questa famiglia Giacomo Filippo Maraldi astronomo, nipote di Cassini, nato & Parinaldo il 21 aprile 1665, morto a Parigi nel 1729, Gian Domenico Maraldi, 17 aprile 1709, morto a Parigi nel 1778, antenati del moderno generale, v. Uns semaine sur la frontière, opuscolo del cav. Ippolito Cais di Pierlas.