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comprendendo che per conseguire tale intento era d’uopo potersi stringere attorno ad un Principe di stirpe nazionale, che avesse, in certa qual guisa, servito d’emblema, di centro e d’efficace soccorso al risorgimento italiano, era uno dei primi che volgeva gli occhi desiosi sul Principe di Carignano, e lo giudicava atto alla parte capitale nella sublime impresa.

Noi non rifaremo qui l’istoria dei funesti avvenimenti del 1821. Diremo solo che l’Azeglio, il quale aveva dovuto staccarsi dal padre per aderirvi e si era anche affigliato alla setta dei Carbonari onde meglio riuscire nell’intento, compromesso, insieme ad altri molti, dovette esulare in Francia, ove restò parecchi anni soggiornando a Parigi e frequentando colà la società degli uomini i più riguardevoli nelle scienze e nelle arti.

Rientrato in patria nel 1826, il marchese d’Azeglio riprese a coltivare gli studi letterari ed artistici, finchè salito sul trono di Sardegna Carlo Alberto, che faceva una particolare stima del nostro protagonista, egli si ebbe la carica di direttore della regia Pinacoteca, creata, può dirsi, quasi unicamente da lui, che fece che le sale del palazzo Madama, ora destinate agli uffizi del Senato, e allora occupate dal Debito pubblico, fossero consacrale a raccogliere i capolavori dell’arte.

Nè a ciò si tenne pago il d’Azeglio, che creato l’istituto, provvide a compierlo in molte parli nelle quali appariva tuttavia difettoso, e a fargli allogar somme convenienti pel restauro de’ quadri e pell’acquisto di quelle opere che sembravano maggiormente opportune ad ornarlo e arricchirlo.

Una volta poi che la regia galleria fu, sotto ogni riguardo, una delle cospicue che possiede l’Italia, che tante di stupende pur ne possiede, il d’Azeglio ebbe il pensiero, di cui noi si può abbastanza encomiare, d’illustrarla con un’opera che facesse fede in patria e fuora delle dovizie in essa contenute.

Il re Carlo Alberto accettava la dedica di tale opera, corredata di magnifiche incisioni e edita dal Luciano Basadonna, la quale veniva alla luce in un lungo periodo d’anni e veniva completata in quattro enormi volumi in foglio.