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strato caldo e particolarmente utile a porre a portata del popolo con acconcia e chiara locuzione le più utili scientifiche conoscenze, traducendo pure nel 1850 le Lezioni di astronomia popolare dell’Arago e corredandole d’importanti note per ispargere il gusto di si bella scienza in quelle meridionali provincie, ove tanta penuria si pativa di siffatti libri elementari.

Nel 1850 il Capocci fu rimosso dalla direzione della Specola di Napoli per cagioni politiche, avendo accettato il mandato della deputazione all’Assemblea legislativa nel 1848, ed avendo inviati in Lombardia ed in Venezia quattro suoi figli più adulti.

Nel 1851 fu nominato uno dei 40 della Società italiana delle scienze risiedente in Modena.

Malgrado l’allontanamento dall’Osservatorio egli proseguì nei seguenti anni a coltivare la scienza, come rilevasi dalle varie memorie che trovansi negli atti e resoconti dell’accademia reale di Napoli, e più ancora in quelli della regia società d’incoraggi amen lo alle scienze naturali, della quale Società fu eletto ed è tuttora vice-segretario e bibliotecario.

Uno degli ultimi suoi lavori riguardò i terremoti, redatto in occasione di quello spaventevole avvenuto il 27 dicembre del 4858. Egli ha compilato un accurato catalogo di cotali fenomeni occorsi nella parte continentale dell’ex-reame.

Ripristinato nel suo antico uffizio di Direttore della Specola nel settembre del 4860, ed indi nominato professore onorario di quella università, il 20 dicembre del medesimo anno fu elevato alta dignità di senatore del regno.





È nato in Sicoliana, provincia di Girgenti in Sicilia, nel 26 novembre del 1823, da Tommaso e Teresa Marini.

Studiò in Girgenti dapprima, quindi all’università di Palermo e in ultimo a quella di Napoli, nella quale prese laurea in medicina e chirurgia nel 1848.