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A Firenze sua patria il Fenzi è generalmente stimato; e questa stima ei l’ha meritata col diffondere i suoi beneficî nelle classi povere, col protegger le arti, incoraggiandole, dando buone commissioni agli artisti d’ogni specie, dimodochè, tanto nel suo palazzo di città, che nella sua magnifica villa, egli possiede ricchissimi capolavori, e oggetti d’arte d’ogni sorte.

Il Fenzi non ha mai preso parte alla vita pubblica altrimenti chè col consentire al gran fatto della rivoluzione del 1859, entrando anch’egli a parte dei rischi nel sottoscrivere per un’egregia somma all’imprestito nazionale. Egli è quindi giusto, che un personaggio così ragguardevole, e per più titoli benemerito della patria, abbia un seggio nell’illustre consesso senatoriale.




SINEO RICCARDO

deputato.


È piemontese ed avvocato. Notissimo per la parte più che attiva da lui sempre presa fin da epoca lontana ai dibattimenti della Camera dei deputali, nella quale è stato inviato, per parecchie legislature. È un uomo che non manca di mente e di studî, ma ha il difetto gravissimo di voler prendere la parola ad ogni istante. Questo sarebbe di già sufficiente per renderlo poco simpatico a molti; disgraziatamente, non costituisce la sola sua pecca; mentre egli ha pur quella di voler parlare in momenti quasi sempre inopportuni, e di insistere, insistere ferocemente, invincibilmente, per aver la parola, finchè di guerra stanca, malgrado gli urli furibondi della Camera, al presidente convenga pur dargliela.

Così, egli è ben raro che sul finire di una lunghissima discussione sovra una materia qualunque, allorchè si è già parlato, pro, contro, e in merito abbondantemente da ogni lato, tanto che l’uomo il più ottuso possa essersi fatto un’idea chiarissima del soggetto preso in esame; egli è ben raro, diciamo, che