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Sicilia avesse fatto la rivoluzione, il popolo esser sempre devoto alla dinastia regnante, ed una fazione soltanto averla promossa, sostenuta e tentare tutti i mezzi onde risuscitarla.

Ma il Lella nutriva ben diverso proposito. Anelava egli di far conoscere all’Italia, all’Europa, che se Messina era stata vinta dal lungo bombardamento, abbattuta dalle bajonette e dagl’incendi, non era tuttavia domata, e che gli estremi suoi martiri non avevan fatto che accrescere a mille doppi l’odio suo contro il despota. Si propose adunque di attraversare ad ogni costo il progetto del Filangieri, facendo modo che non si recassero al circolo e al tempio i due più interessanti collegi: il senato ed il tribunal di commercio, il primo rappresentante direttamente la città, il secondo il di lei importantissimo traffico. Confidò egli il segreto a due suoi congiunti che facevan parte del senato e che assunsero l’impegno di coadjuvare il Lella nel suo energico proponimento.

Recatisi i tre presso i singoli loro colleghi delle due insigni corporazioni, tanto dissero e fecero che riuscirono a persuaderli di non recarsi alla cerimonia del circolo. Il luogotenente di Ferdinando II ne fu adiratissimo; tuttavia non ebbe neppure il compenso di sfogare l’ira sua sui membri dei due collegi, giacchè così facendo falliva più che mai lo scopo che si era preposto.

Un membro ora defunto del tribunale del commercio, e che tuttaviaci asterremo dal nominare onde non coprire il di lui nome d’infamia, rivelò, ch’era all’opera del Lella che il governo doveva imputare l’assenza dallo funzioni dei due collegi, sicchè il Filangieri in un primo impeto di collera ordinava che il Lella fosse di subito arrestato, trascinato in cittadella e colà sottomesso a un consiglio di guerra. Quindi meglio riflettendo e pensando che la pubblicità, anzi lo scandalo che sarebbe derivalo da un simil giudizio e dalla condanna che infallibilmente avrebbe pronunciala, ritrattò il primo ordine e si contentò di comandare al Maniscalco, in allora ancora prevosto dell’armata, ma di già effettivamente capo della polizia