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tifici, letterarî e artistici d’Italia, eletto professore onorario, e insignito della commenda di San Gregorio Magno, e della croce di cavaliere dell’ordine Mauriziano, conferitagli dal re Carlo Alberto, che per provare in quale e quanta stima il tenesse, in occasione delle nozze del duca di Savoja, ora nostro glorioso Re, con regia lettera patente lusinghierissima lo nominava a suo gentiluomo di camera onorario.

Allorchè nel 1859 le vittorie dell’esercito alleato fecero cessare il mal governo clericale nelle Romagne, il Gozzadini venne eletto deputato all’Assemblea dell’Emilia, che insieme a quelle dei ducati e della Toscana valsero molto a consolidare il movimento italiano ed a costituire la nazione. Fece quindi parte di quella deputazione che recò in Monza al re eletto il voto dell’Assemblea romagnola, e che venne dai Milanesi festeggiata con isplendidezza ed entusiasmo inauditi.

A richiesta del generale Garibaldi, il conte Gozzadini iniziò pure e promosse in Bologna la soscrizione pel milione di fucili, facendo mozione alla giunta municipale, affinchè la città votasse a tal uopo una somma, e conseguendo infatti che fossero messi alla disposizione di Garibaldi in due rate 40,000 franchi. Nel nuovo ordine di cose, sì consentaneo al suo modo di pensare e d’oprare, il nostro protagonista accettò di buon animo il mandato offertogli dagli elettori, che il scelsero a membro dei consigli municipale e provinciale, ma evitò d’esser chiamato a più gravi ed importanti uffici, cui il designava la pubblica voce. Nominato presidente della deputazione di storia patria, gli venne poi conferita l’alta dignità di senatore del regno.





Nacque l’8 novembre 1819 da Camillo e Costanza Rotigni in Recanati. —