Pagina:Callimaco Anacreonte Saffo Teocrito Mosco Bione, Milano, Niccolò Bettoni, 1827.djvu/123

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di teocrito 113

     Ecco il capretto. Or a te sta deporre
     Un ben pasciuto agnello.
lacone
                                             È giusto il patto,
     Volpe? E chi mai per lana tosò peli?
     E chi mugner vorrà presso una capra
     Di primo parto una distrutta cagna?,
comata
Chiunque come tu sicuro tiensi
     Di vincere il vicin, vespa che ronza
     Rimpetto a una cicala. Or non è giusto
     Un capretto: ecco un capro; e tu, comincia.
lacone
Aspetta un po’, se non hai dietro il foco.
     Ben canterai con più diletto assiso
     Sotto quell’oleastro in que’ boschetti,
     Là zampilla acqua fresca, e l’erba adulta
     Fa letto, e s’ode il cicalar de’ grilli.
comata
Io non ho fretta; ma mi punge troppo,
     Che tu pur osi fissar gli occhi in faccia
     A me; che da fanciul t’ammaestrai.
     Ecco il far ben che frutta. Alleva cani,
     Alleva lupicin, perchè ti mangino.
lacone
Quando sovviemmi aver nulla di buono
     Da te imparato, oppur sol anche udito,
     Omicciattol da nulla invidioso?
comata
Quand’io... Ben mi capiscì, e tu strillavi
     Belando sotto il becco le caprette.
lacone
Non possi mai tu, gobbo, andar più al fondo
     Di quel che andasti allor. Ma tu quà vieni,
     E poscia canterai.