Pagina:Callimaco Anacreonte Saffo Teocrito Mosco Bione, Milano, Niccolò Bettoni, 1827.djvu/122

Da Wikisource.
112 idilli

lacone
E non partite ancor dalla fontana,
     Agnelle? non vedete là Comata
     Che dianzi mi rubò la mia sampogna!
comata
Quale sampogna? quando avestù mai
     Servo del Sibarita, una sampogna?
     Forse non basta a te con Coridone
     Soffiar stridendo in un cannel di paglia?
lacone
Quella, che Licon diemmi, o gentiluomo.
     Ma qual pelliccia ti furò Lacone,
     Dimmi, Comata, se neppur Enmara
     Tuo Padron n’avev’una ove dormire?
comata
Quella vaja, che Crocilo donommi,
     Quando alle Ninfe egli immolò una capra;
     E tu, maligno, d’aschio ti struggevi
     Ed hai voluto alfin vedermi ignudo.
lacone
Per Pan del lido a te Lacone figlio
     Del buon Caleti non rubò pelliccia.
     Se il fei, buon uomo, i’possa in furor vôlto
     Giù da quel sasso fare un salto in Crati.
comata
Per le palustri Ninfe (e ben propizie,
     E amiche ognor le bramo), a te Comata
     Non tolse, o galantuom, la tua sampogna.
lacone
S’io ti do fede, che poss’io di Dafni
     Tutti i mali soffrir. Ma se un capretto
     (Giacchè nulla evvi sacro) or vuoi deporre
     Io ti sfido a cantar, finchè tu cagli.
comata
Giusto: anche il porco un dì sfidò Minerva.