Pagina:Callimaco Anacreonte Saffo Teocrito Mosco Bione, Milano, Niccolò Bettoni, 1827.djvu/157

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     Strappato a zaini vecchi in cinque luffi,
     Lavor sopra lavoro. Orsù ti sbriga,
     Prendi il manto, e la giubba dalle fibbie,
     E in corte andiam del ricco Tolomeo
     A veder lo spettacolo d’Adone.
     Odo, che in ordin metta la Regina
     Qualche cosa di bello.
prassinoe
                                        In casa al ricco
     È tutto ricco. Or me, che nulla ho visto,
     Di quel c’hai visto, e che dicevi, informa.
gorgo
È tempo d’avviarsi. È sempre festa
     Per chi non ha da far.
prassinoe
                                        Eunoe, qua porta
     Il catino con l’acqua fino al mezzo.
     Ponlo giù, schizzinosa. Anche le gatte
     Aman soffice il letto. Acqua. Su presto,
     Moviti. Prima ci bisogna l’acqua.
     Ve’ come porta da lavarmi. Or via
     Dà qua. Non più, indiscreta, sciagurata.
     Perchè mi bagni la camicia? Ferma.
     Come al Ciel piacque mi son pur lavata.
     Dov’è la chiave del forzier più grande?
     Portala qua.
gorgo
                    Ti sta pur ben indosso
     Cotesta giubba colle fibbie. Quanto
     Il panno ti costò fuor del telajo?
prassinoe
Non me lo stare a rammentar di grazia.
     Più di due mine val d’argento fino;
     E a por nel lavor ebbi il core, gli occhi.
gorgo
Se non altro a tuo senno è riuscita.