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Pagina:Callimaco Anacreonte Saffo Teocrito Mosco Bione, Milano, Niccolò Bettoni, 1827.djvu/19

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NOTE


(1) Nacque in Delo sotto la pianta di una palma, quindi la palma gli era sacra non meno dell’alloro.

(2) Si accenna la strage fatta da Apollo dei figli di Niobe, la quale in Frigia fu per dolore trasformata nel monte Sipilo, da cui scorre un fonte. La soavità dei canti era tale, che Teti e Niobe dimentiche dei danni sofferti da quel nume stavano ad ascoltarli.

(3) Non si ponevano i fondamenti di nuova città senza consultar prima l’oracolo Delfico.

(4) Quest’ara fabbricata da Apollo con corna di capre era una delle sette meraviglie del mondo.

(5) Qui si crede adombrato Apollonio Rodio emulo e forse invido di Callimaco.


DIANA


Tristo il cantor, che di Diana tace!
     Canto Diana che di strali e d’arco,
     E di balli pei monti erti si piace,
E seguir belve o le aspettare al varco,
     E comincio dal dì, ch’alle paterne
     Ginocchia sendo parvoletto incarco,
Dammi, padre, dicea: ch’io serbi eterne
     Vergini brame, e tai nomi che orgoglio
     Apollo più di me non deggia averne:
La gran faretra e il grande arco non voglio,
     Provederà, se impetro, a me Vulcano
     Pieghevol arco e faretrato spoglio;