Pagina:Callimaco Anacreonte Saffo Teocrito Mosco Bione, Milano, Niccolò Bettoni, 1827.djvu/40

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Questa la più di ciascun’altra antica
     Boreal nazione, ogni anno manda
     Un manipolo a te di nuova spica,
E ai Dodonei custodi l’accomanda
     De’ sonanti metalli, e di là scorto
     È poi di Meli alla petrosa banda;
Quindi ritrova navigando il porto
     D’Eubea, contrade degli Abanti opime,
     Laonde a’ lidi tuoi giungere è corto.
Loxo con Opi ed Ecaerge prime
     Recâr dagli Arimaspi alle tue prode
     Queste di messe biondeggianti cime;
Le conseguia di giovinetti un prode
     Drappel, che il suol natio poi non rivide,
     Fatto immortal per sempiterna lode.
A ricordo di quelli il crin recide
     Ancor ciascuna vergine di Delo,
     Quando Imen dalla madre la divide;
E a quei garzon dell’Iperboreo cielo
     Ogni donzello consacrar desira
     Delle tenere gote il primo velo.
Te, Asteria, un cerchio d’isolette aggira,
     Te il fumo ognor degli olocausti ammanta,
     Nè te mai taciturna Espero mira.
Chi del vecchio di Licia i versi canta,
     Olen da Xanto divino poeta, 29
     Chi il suol percote con allegra pianta,
E chi di Citerea vela con lieta
     Fronda l’imago, che il figliuol d’Egèo
     Sacrò con quei, che s’allargâr da Creta,
Che il muggito e l’error Laberintéo
     Fuggendo, intorno a tua sacrata stanza
     Guidâr carole, e le reggea Teséo.
Per la memoria dell’antica danza
     Un naviglio e un drappel mandare ancora
     I Cecropidi a Febo han per usanza. 30