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36 t. campanella

iustos quibus mala proveniunt tanquam opera egerint impiorum».

E di piú avevo fatto molti libri di queste materie per il re, e non mi lascian presentarli: e cosí per la chiesa, affin si veda ch’io edificavo quel ch’essi dicono che distruggevo; ed oltre, le conclusioni che pensavo in Roma l’anno santo sostentare, tra le quali vi son molte delle mutazion di questo secolo. Posso mostrare li seguenti libri ch’ho fatto, onde anche si mostra che quel ch’io prometto è conveniente al mio genio.

In primis scrissi un gran libro di Discorsi sopra lá monarchia di Spagna ad istanza del regente Marthos, e del fine e modo de finire di tutte signorie umane per profezia naturale e divina e politica. ...

Di piú, sappia il sacramento del giudicio divino: come io vedendo tra cristiani la medesima via naturale di difensar la legge con l’armi, con l’argomenti logicali, con il martirio e miracoli, e con l’Inquisizione essere in tutte le altre nazioni, ché ognuno si vanta aver queste prove; e che noi abbiamo perduto quello spirito lo quale ci facea manifestamente diversi dalle altre nazioni — onde la santitá delli moderni fa dubitar di quella degli antichi; — e che ogni cosa è ragione di stato, «et qui profitentur verbis se nosse Deum, factis negant», mi posi ad esaminar il Vangelio con le leggi di tutte le genti antiche e moderne, e con le sètte di filosofi antichi e moderni, e con tutte le scienze che caminano fra gli uomini. E perché io assicurassi me e gli altri, m’avvenne quel ch’è scritto nella Sapienza: «In tentatione ambulat cum eo: tribulationem et metum inducet super illum et cruciabit illum in tribulatione doctrinae suae donec innotescant cogitationes suae». E poi: «laetificabit illum et denudabit absconsa sua». Voglia Dio sia vero di me l’ultimo come il primo.

Or avendo visto nella nativitá d’un uomo ignoto ch’era inclinato alla profezia, l’insegnai il modo di disponersi all’influsso divino; e perch’io non poteva trattar con quello, ed esso abusava li doni di Dio, li comparse il diavolo come angelo, e n’insegnò assai cose future di tutti regni e la rovina di Venezia e mutamento del papato. Io dimandai segni, come