Pagina:Canti (Sole).pdf/106

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ai mani del genoino 49

E in quante forme proteo
    Suol trasmutarsi il core,
    E i cantici del giubilo,
    E i treni del dolor,80

Tutto ei vestì d’armonica
    Luce su l’arpa umile,
    Onde sì dolci a Napoli
    Solean gli accordi uscir.
Fe’ l’epigramma ingenuo,85
    Fe’ l’ironia gentile,
    Seppe garrir senz’odio,
    Senza velen ferir.

Ne’ più leggiadri circoli
    Il bene apparso egli era:90
    De la natia Campania
    il genïal decor.
Avea per tutti un cambio
    Di cortesia sincera,
    Per ogni lutto un gemito,95
    Per ogni festa un fior.

Così fra i colli e l’aure,
    Ch’ei consolò di canto,
    Sovra un guancial di mammole
    La fronte abbandonò,100
E nel devoto ossequio
    De l’universo pianto
    Quel cor gentile e candido
    Di palpitar cessò!