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al mare jonio 15

Semplicità. Deh, perchè mai nel cielo
Spaventata risalse? Anche il dolore,
Anche il dolore ella vestia d’un vago
Fulgidissimo velo: e non vedevi390
In quei marmi sublimi un disperato
E di membra scompiglio e di sembianze;
Ma un tal pensoso reclinar di fronti,
E una grazia di teste, ed un soave
Languor di sguardi, che svelar parea395
Le occulte gioie d’un dolor virile.
Deh perchè mai, deh perchè mai nel cielo,
E in eterno, risalse? Ah perchè mai
De’ suoi portenti le reliquie estreme
Con la gelida man disperse il Tempo?400

XI



Chi può dir mai quanti tesauri accogli
Sotto quest’acque, o mar? S’anco potessi
Le tue glauche voragini profonde
D’un cenno aprir novellamente al sole,
Qui troverei le tavole sepolte,405
Ove Caronda suggellò col sangue
Le sue leggi tremende, ed i civili
Codici intemerati, onde d’Archita
La carità parlava e la virtute.
E voi, forti Lucani, a cui natura410
Maschio petto concesse e cor gentile,
Voi che per lungo tralignar di etadi
Non ismetteste l’ospital sorriso