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capitolo terzo | 151 |
aveva da tanti anni messe a contrasto. L’amor della patria non parve più delitto al cospetto di Dio»1.
Ma quel che più importa notare è il pensiero racchiuso nella seconda e terza delle strofe seguenti, nelle quali, come il lettore vedrà, il poeta carbonaro prevede, con antiveggenza proletica, che dimostra sempre più l’acutezza dello ingegno dello Sterbini, gli scrupoli di Pio IX, e sospetta che egli possa rifuggire dalla guerra per la sua qualità di Pontefice di pace e capo di tutti i Cattolici: prevede questi scrupoli, e procura, fino da ora, di dileguarli dall’animo del Pontefice.
Nè che io ricusi correre |
- ↑ C. Cattaneo, vol. cit.. Considerazioni al secondo volume dell’Archivio triennale italiano, pag. 286.