Pagina:Ciceruacchio e Don Pirlone.djvu/178

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capitolo terzo 171

rettore il prof. Francesco Orioli, nato, nel 1783, a Vallerano, presso Viterbo, e dotato da natura di versatile, fecondo, prontissimo ingegno che egli, nella vita randagia del padre suo, applicò disordinatamente a svariati, molteplici ed opposti studii, nei quali, nondimeno, riuscì, per quelle felicissime naturali disposizioni, ad acquistare estese, se non profonde cognizioni che, con parola facile, ornata, affascinante, esponeva. A 30 anni ebbe la cattedra di fisica nella Università di Perugia, dalla quale, nel 1815, passò professore per lo stesso insegnamento a Bologna, ove, amato e stimato e in odore di giacobino e carbonaro, allo scoppiare del movimento insurrezionale del 1831, ebbe in quello grandissima parte1, e fu membro del Governo provvisorio degli insorti romagnoli e poscia effimero ministro dell’istruzione pubblica nell’effimero Ministero di quel fugace rivolgimento politico. Arrestato, insieme a molti altri profughi, imbarcatisi ad Ancona sopra una nave diretta a Corfù, fu tratto col Mamiani, col Vicini, col Zanolini, col Silvani, col Popoli e con gli altri, in carcere a Venezia, donde, dopo nove mesi, quegli infelici furono condotti a Civitavecchia. E di là poterono esulare in Francia. A Parigi il prof. Orioli dettò un libretto, che diè alle stampe nel 1835: La Revolution d’Italie; poi si trasferi a Bruxelles, indi a Corfù, pubblicando sempre memorie e opuscoli importanti di argomenti scientifici, storici, archeologici, letterari, e a Corfù una rivista enciclopedica intitolata: Spighe e Paglie. Appena seppe dell’amnistia, tornò in Italia e pose stanza in Roma e prese, al solito, a primeggiare nei circoli, nei banchetti, nella stampa. Se si dà ascolto al Gualterio, l’Orioli, per la dottrina e pel sofferto esiglio poteva godere stima grande nel paese e dare sufficienti guarentigie ai liberali; tanto più

  1. Quantunque l’Orioli, nei suoi Ricordi autobiografici (pubblicati dal ch.o prof. G. Lumbroso nei Rendiconti della Reale Accademia dei Lincei, nel vol. I della serie V, fascicoli 2 e 3 dell’anno 1892), giunto a questo periodo importante della sua vita, cerchi di farsi piccin piccino e procuri di dare a credere ai lettori che egli fu, quasi involontariamente, trascinato in quella rivoluzione, pur tuttavia risulta chiaramente dalle narrazioni dello Zucchi, del Zaolini, del Gualterio, della Fattiboni e dalle informazioni di un confidente della polizia austriaca, pubblicate dal Cantù, nelle Emende ed Aggiunte al vol. II della sua Cronistoria, che l’Orioli fu uno dei principali promotori di quel rivolgimento ed uno dei più autorevoli e influenti membri del Governo provvisorio che da quel movimento derivò.