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Giovanni Giuseppe Nicosia — Cinesi, scuola e matematica — Bologna, Italia — 2010

grossolana con s sagitta (differenza tra raggio ed apotema) e c corda base del segmento. Per quel che riguarda i contenuti ed i procedimenti algebrici si nota un largo uso delle regola del tre.

Scheda
La regola del tre

Questo è il nome tradizionale in Europa di un teorema algebrico che asserisce che dati tre numeri interi a, b, c, con b ≠ 0 l’equazione: nell’incognita x può essere risolta nell’insieme dei numeri razionali come .

Nel linguaggio delle proporzioni, molto apprezzato nella scuola secondaria di primo grado (già media inferiore) italiana, l’equazione iniziale può essere scritta come: a: b = c: x nella quale a ed x sono detti estremi mentre b e c sono detti medi. La regola del tre può essere derivata da un altro teorema (regola aurea) che dice che in tale situazione il prodotto dei medi è uguale al prodotto degli estremi. Questo procedimento risolutivo compare nella letteratura indiana vedica del VI secolo p.E.v. ma è attestato in quella cinese solo dal II. Comparve in Europa solo molto più tardi, agli albori del Rinascimento. Trova grandi applicazioni in campo fisico ed economico.


Nell’ottavo capitolo si risolvono sistemi di equazioni lineari facendo uso di numeri positivi e negativi. Uno presenta quattro equazioni a cinque incognite ed è dunque indeterminato. Il sistema lineare viene presentato in una forma di matrice dei coefficienti rigirata simile ad un quadrato magico, su cui poi si opera in colonna con le operazioni del procedimento di Eliminazione Gaussiana che comparirà in Europa solo alla fine del XVIII secolo dell’era volgare:

1 2 3
2 3 2
3 3 1
1 26 34
0 0 3
0 5 2
36 1 1
99 24 39

da cui si procede ponendo in forma moderna: da cui .