Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/254

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126 INFERNO 11. Io già pensando. E quei disse: — Tu pensi Forse a questa rovina, che è guardata Da quell’ira bestiai eh' i' ora spensi. 12. Or vo' che sappi, che, 1' altra fiata Ch'i' discesi quaggiù nel basso inferno, Questa roccia non era ancor cascata: 13. Ma certo, poco pria (se ben discerno) Che venisse Colui che la gran preda Levò a Dite del cerchio superno, 14. Da tutte parti 1' alta valle feda Tremò sì, eh' i' pensai che 1' universo Sentisse amor; per lo quale è chi creda 15. Più volte '1 mondo in caos converso. E in quel punto, questa vecchia roccia, Qui e altrove, tal fece riverso. dentro, paros car«a. Ov. Met. . IV: S'iC'oque a carpare pressmn Inge- muit Umen. H (L) Spensi: rammentandogli (F) Bestiai Som. : U ira impe- disce Vino della ragione. — Spensi. Al Minotauro rammenta Testo; a Pluto. Mì'li*^le; al diavoli, Teseo. 12 (L> Diocesi. Virgilio vi scese poco dopo morto, e Gesù Cristo scese al Limho, mezzo secolo Poi. (SD Ancor. Inf. IV. IX. (Fi Bi-sso. Psal., LXXXV, 12: Inferno inferiori , per distinguerlo dal L mbu. detto Inferi. i3. (L) Diicerno. Giudico, vedo comouiando. — Colui: Gesù Cristo. — Cerchio : Limbo. (F) Colui. Quìndo Cristo mori, la terra crollò e le sepolluresi aper- sero e le pietre si spaccarono (Maith., XXVll, 5i,5i).It girone dei violenti o quel degl' ipocriii soffersero soli la detta rovina, quasi a significare l'odio ohe' il mansueto e candido Agnello dimostrò a questi due sopra lutti i vizii . e le due cause della morte di lui: ipocrisia e violenza. Come mal Virgilio , che dopo la mort'- di G. C. non era S'-eso laggiù, poteva sapere di questo? Virgilio tutto seppe. E pare che Dante ai savi e buoni del suo Limbo attribui- sca la facoltà d'acquistare cognizioni fuor della {naturale sfera loro , con lutto che privati della visione di Dio — Preda. [C] Ad ■ oloss Ex- polians principntus etpotedatex, tra- duxit cunfiteuter palam triumphans illos ili se"<etipso. 14. PL) Fi'.da : sozza. (SL) Ftaa. FedUà in .liberiano; e feio in Pier Filippo Alamanni del 500. (K) Amor. Georg. , IV: Chao densos Dioùm nurnerabat amores. Opinione d'Empedocle . che l'omo- geneità degli atomi fosse amore; i quali tendendo col tempo a nuo- v'ordine di cose, producono il Caos. Aristotele ( Phys.; De anima, I ) lo combatte. Mi da Aristotele stesso l'at- trazione è detta figuratamente amo- re, la quale figura taluni intenden- do alla lettera, ridicolamente ne ri- sero. Ott. : Democìito... appelUva il tempo della detta confusione tempo d'amista'ie ; che ogni cosa amichevol- mente stavano insieme. In altro sen- so |tiù aeni.ile e non meno flit sufico, nelle Rin>e: Fàgli natura quando e avi or osa 15. L) Rimrso: rovina (^L) Vecchia yEa , XII : Saxu,m anliquum, inuens. .En.. IH e Vili : Saxo... vetuito. — Altiom. Inr. ^ XXI 11 , XX(V. Si notino gli lati del verso, sonante rovina. (F) Caos. Ov. Met. , 1. E anco