Pagina:Commedia - Inferno (Tommaseo).djvu/333

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Canto xvii. 197 27. Trovai lo duca mio ch'era salito Già sulla groppa del fiero animale; E disse a me: — Or sie forte e ardito. 28. Ornai si scende per sì fatte scale. Monta dinnanzi; ch'i' voglio esser mezzo, Sì che la coda non possa far male. — 29. Qual è colui ch'ha sì presso '1 riprezzo, Della quartana, cl||^ha già l'unghie smorte, E trema tutto, pur guardando il rezzo; 30. Tal divenn'io alle parole pòrte: Ma vergogna mi fér' le sue minacce, Che, innanzi a buon signor, fa servo forte. 31. r m'assettai in su quelle spailacce: Sì volli dir (ma la voce non venne Com' i' credetti): — Fa che tu m'abbracce. — 32. Ma esso, ch'altra volta mi sovvenne Ad altro fòrte, tosto ch'io montai. Con le braccia' m'avvinse e mi sostenne. 33. E disse: — Gerion, muoviti ornai. Le ruote larghe, e lo scender sia poco: Pe'nsa la nuova soma che tu hai. — 27. (L) Sie : sii. (F) Forte. Reg.,n, X.12 : Esto vir forlis. 28 (L) Mtfzzo : tra te e la coda ve- lenosa — Mule: a te. (SL) 5i;ate. Gerione, Antflo([nf., XXXI); Luatero (Inf. , XXXIV) — Mezzo Ma. , VI : Mediunt. ... turba Hunc hnbet. Mm'hiav.: 1 popoli mez- zi Jra loro e i Cartagine n, (F) Mezzo. Tra l' aomo e la frode si jM n^' la scienza onesta. 29. (L) Riprezzo : brivido. — Rez- zo : non vurrcbb^ escir dal sole, e al pur vpdpr 1' ombri trema. (^L) Riprezzo Vit. ss. Padri : St'ntire ribrezzo di lebb'e Petr : Qu'il ha già i nervi e i pulsi e i pen~ sier egri , Cui do'uestira febbre as- salir aere; i»iù languido. 30 (L) Pòrte: dette. — Che: la qual vergogna dà coraggio. (SL) Minacce. Non sempre osti- la. Minae 1 Latini , le voci con che 11 bifolco stimola t bovi al lavoro.— Seno. Similitudine di padrone con servo è nel Canto XXIX dell'Inferno. 31. (SL) Spailacce Virgilio, di Cer- bero: Iirrnanìa teiga {^n., VI ) — Venne vEn., XII : Nec vox aut ver- ba sequuntur. - VI : Inceptut cla- mor frustratur hiantes - li, III, IV e Xil: Vox taucibui hoesit. 32. <L) Altro forte: diftltMle passo. (F) Forte. Cosi diciamo qui sta il forte. Lo soccorse dall'avarizia; e dalla frode adesso ; due mali ctie in- festarono la politica e il rostump di Roma e ditali^. Greg Mor., XXXI: È figlinola dell' avarizia la fro e. 33 (L) Poco: scendi lento e a chioc- ciola per non is-uotere troppo il vivo. (sL) Ruote. <;ome sogliono gli uccelli spetM.iimente di rapina Conv.: Meglio sarebbe, voi, come rondine, volare basso, che, come nibbio, altis- sime rote fare sopra cose vilissime.