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c a n t o i i. | 41 |
139Virtù diversa fa diversa lega
Col prezioso corpo ch’ ella avviva,
Nel qual, sì come vita in lui, si lega.
142Per la natura lieta unde deriva,
La virtù mista per lo corpo luce,
Come letizia per pupilla viva.
145Da essa vien ciò che da luce a luce
Par differente, non da denso e raro:
Essa è formal principio, che produce,
148Conforme a sua bontà, lo turbo e ’l chiaro.
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C O M M E N T O
O voi, che siete in piccioletta barca ec. Questo è lo secondo canto
di questa terza cantica, nella 1 quale lo nostro autore finge secondo
la lettera come si trovò corporalmente levato insino al globo della
Luna e come intrò nel corpo della Luna, e dichiara che sia cagione
di quel turbo che appare nella Luna. E dividesi in due parti: imperò
che prima l’autore licenzia li auditori e lettori de la sua comedia,
e dimostra che si trovò nel corpo lunare, e come mosse dubbio a
Beatrice che fusse cagione del turbo che è nella Luna, e come Beatrice dimanda lui che oppinione sia la sua sopra ciò 2 et elli la dice,
e Beatrice in somma danna la sua opinione; nella seconda parte
dimostra come Beatrice continuò lo suo parlare, assengnando la
cagione per che la sua oppinione era falsa e dimostrali la cagione
vera, et incominciasi quine: La spera ottava ec.. La prima, che serà
la prima lezione, si divide in cinque parti: imperò che prima licenzia li lettori di questo suo poema, che non sono di grande e sottile ingegno che non si mettano a leggere questa terza cantica
della sua opera: con ciò sia cosa che in essa sia grande profondità:
imperò che la materia è altissima 3 e la forma è sottilissima; nella
seconda, ritornando alla materia, finge come montando velocemente
si trovò nel corpo lunare, et incominciasi quine: La concreata e perpetua sete ec.; ne la terza finge come, trovatosi dentro nel corpo