Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/156

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146 C*NTO VII. E tutti gli altri modi erano scarsi Alla giustizia, se il Figliuol di Dio Non fosse umiliato ad incarnarsi. 120 Or, per empierti bene ogni disio, Ritorno a dichiarare in alcun loco, Perché tu veggi lì così com’ io. 123 Tu dici; io veggio 1’ aere, io veggio il foco, E’ acqua, e la terra, e tutte br misture Venire a corruzione e durar poco: 126 E queste cose pur far creature; Perché, se ciò che ho detto è slato vero, Esser dovrian da corruzion sicure. 129 Gli Angeli, frate, e il paese sincero Nel qual tu sei, dir si posson creati, Sì come sono, in loro essere intero; 132 Ma gli elementi che tu hai nomati, E quelle cose che di br si fanno, Da creata virtù sono informati. l3ti Creata fu la materia eh’ egli hanno, Creata fu la virtù informante In queste stelle, che intorno a br vanno. 138 E’ anima d’ogni bruto, e delle piante Di complession potenziata Lira Lo raggio e il moto delle luci sante. 141 Ma nostra vita senza mezzo spira La somma beninanza, e la innamora Di sè, sì che poi sempre la disira. 144 E quinci puoi argomentare ancora Vostra restirrezion, se tu ripensi Come 1’ umana carne fessi allora, Che li primi parenti intrambo fensi. 148