Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/164

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paradiso

la colpa o che i om per se isso o che I’ uomo per se stesso havesse soddisfatto a sua follia avesse fatto penitenza del suo peccato. Ficca mo i occhio per entro I abisso de I eterno consiglio fissa adesso la tua contemplazione nella profondità dell, eterno consiglio quanto puoi discretamente fisso quanto più puoi acutamente ai mio pariar al mio discorso. non potea I om ne li termini suoi mai sodisfar per non poter ir giuso con humiltade obediendo poi quanto disobidiendo intese suso non poea I’ uomo nella sua umanità mai far tanto di dovere essere ai di sotto, quand’ anche dopo avesse obbedito al precetto che violò colla smania d’andare in su, ovvero qualunque penitenza avesse fatta l’uomo, non sarebbe stata proporzionata alla gravità dell’offesa fatta a Di’). Così un angelo non avrebbe potuto riparare, pcrchè anche l’angelo pci primo tentò di farsi simile a Dio, e questa e la ragion perchè i om fu dischiuso da poter soddisfar per se e questa è la ragione per cui 1’ uomo fu escluso di poter ricuperare lo stato ii’ innocenza per sè stesso, se non pagato il fo della colpa. Perchè poi il solo Dio poteva farlo per tutti, e non lo doveva che L’uomo, perciò fu convenientissimo riparare al genere umano con Dio creatore dell’ uomo, che assunse la natura dell’uomo. E siccome il principio effettivo delle cose non potè essere che Dio, essendo io stesso riparare alle cose create che metterle in essere, così convenne che il Verbo increato avendola creata la riparasse col Verbo incarnato; donque a Dio convenia riparar i orno a sua vita intera vita pura, primitiva con le sue vie che sono due, giustizia e misericordia; dico con luna colla giustizia ovver con ambedue colla giustizia e misericordia, ma la divina bonta che ilmundo imprenia informa con principio formale fu contenta di proced.er per tutte te sue vie