Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/305

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canto

XVI.

Già venia su, ma di piccola gente, Sì che non piacque a Ubertin Donato Che il suocero il facesse br parente. 120 Già era il Caponsacco nel mercato Disceso giù da Fiesole, e già era Buon cittadino Giuda e Infangato. 123 io dirò cosa incredibile e vera: Nel piccol cerchio s’entrava per porta, Che si nomava da quei della Pera. 126 Ciascun, che della bella insegna porta Del gran Barone, il cui nome e il cui pregio La festa di Tommaso riconforta, 12.) Da esso ebbe milizia e privilegio: ivvegna che col popol si rauni Oggi colui che la fascia col fregio. 132 Già eran Gualterotti e importuni, E ancor sana Borgo più quieto, Se di nuovi vicin fosser digiuni. i3 La casa, di che nacque il vostro fleto Per lo giusto disdegno che v’ ha morti, E posto fine al vostro viver lieto, 138 Era onorata essa e suoi consonti. O Buondelmonte, quanto mal fuggisti Le nozze sue per gli altrui conforti! 141 Molti sarebber lieti, che son tristi, Se Dio ti avesse conceduto a Ema La prima volta che a città venisti. 144 Ma conveniasi a quella pietra scema Che guarda il ponte, che Fiorenza f,ssc Vittima nella sua pace postrema. Ii7 Con queste genti, e con altre con esse,