Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/304

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paradiso

Onde la fama nel tempo è nascosa. 87 Io vidi gli Ughi, e vidi i Catellini, Filippi, Greci, Ormanni e Alberichi, Già nel calare, illustri cittadini; 90 E vidi così grandi come antichi, Con quel della Sannella quel dell’Arca, E oldanieri, e Ardinghi, e Bostichi. 93 Sovra la porta, che al presente è carca Di nuova fellonia di tanto peso, Che tosto fia jattura della barca, 96 Era no i Ravignani, onde è disceso 11 conte Guido, e qualunque del nome Dell’alto Bellincione ha poscia preso. 99 Quel della Pressa sapeva già come Regger si vuole, e avea Galigaio Dorata in casa sua già l’eisa e il pome. 101 Grande era già la Colonna del Vaio, Sacchetti, Giuochi, Sifanti e Barucci, E Galli, e quei che arrossan per lo staio. 105 Lo ceppo, di che nacquero i Calfucci, Era già grande, e già erano tratti Alle curule Sizii e Arrigucci. 108 O quali vidi quei che son disfatti Per br superbia! e le palle dell’oro Fiorian Fiorenza in tutti suoi gran fatti. 111 Così facean li padri di coloro, Che, sempre che la vostra Chiesa vaca, Si fanno grassi stando a consistoro. I t L’ oltracotata schiatta che s’ indraca Dietro a chi fugge, e a chi mostra il dente Ovver la borsa, come agnel si placa, 117