Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/334

Da Wikisource.

PARADiSO gadi consiglioclii drittaniente vede, vuoleed ama di dario— o padre mio ben veggio sì come sprona lo tempo verso ne per colpo d armi tal che e piu grave a chi pia s abbandona o iadrc mio, ben veggo che tal tempo impetuosamente rovina sopra di me preparandomi un colpo nascosta mente, e che sai’cbbe più grave quando non fosse preveduto, e quando non cercassi di ripararvi perchedi protvedentia e bon eh io marmi laonde è necessario, che io provvegga si che se loco me tolto pia caro io non perdessi gli altri per i miei carmi cosicché se mi è tolta la mia cara patria, io non abbia a perdere altri luoghi d’asilo per cagione del mio poetare franco ed ardito; ovvero se ier ingiustizia ho perduta la patria, non vorrei perdere ogni rifugio, dando materia di repulsa a chi potrebbe darmi ospizio, troppo arditamente scrivendo. gia per lo mondo senza fine amaro nell’ Inferno o per lo monte del cui bel cacume gli occhi de la mia donna mi levaron e nel Purgatorio, dalla cui cima gli occhi di Beatrice mi levarono al cielo e poscia per lo ciel di lume in lume e poscia di sfera in sfera ho io apreso quel che s io ridico a molti fiasapor di forte acume io imparai cose e ne vidi, che se le palesassi, farebbero dolore ed offesa a molti. esio al vero son timido amico temo di perder vita fra coloro che questo tempo chiamaran antico e se non azzardo di palesare il vero, temo di perdere onore e fama fra i posteri. Che farò dunque? Primo consiglio di Cacciaguida. la. luce in che ridea il mio tesoro la luce di che splendeva il mio antico tesoro chio trovai li in Marte si fe pria corusca si rese più fiammeggiante prima di parlare quale specchio doro a raggio di sole come specchio d’oro in cui ferisca raggio di sole indi t’ispuose lo stesso Cacciaguida. — Coraggio figlio mio: dirai con fermezza male di tutti coloro che lo meritano, giacché dispiacerà il vero