Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/340

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paradiso

Paia tua possa in questi versi brevi. 87 Mostràrsi dunque in cinque volte sette Vocali e consonanti; e io notai Le parti sì come mi parver dette. 90 Diligitejustitiam, primai Fur verbo e nome di tutto il dipinto, Qui judicatis lerram, fur sezzai. 93 Poscia nell’ M del vocabol quinto Rimasero ordinate si, che Giove Pareva argento lì d’ oro distinto. 96 E vidi scendere altre luci dove Era il colmo dell’ M, e lì quetarsi Cantando, credo, il ben che a sè le niove. 99 Poi, come nel percuoter de’ ciocchi arsi Surgono innumerabili faville, Onde gli stolti sogliono agurarsi, 102 Risurger parver quindi piu di mille Luci, e salir, qual assai e qua! poco, Sì come il Sol che l’accende, sortille; l0l E quietata ciascuna in suo loco, La testa e il collo d’un’aquila vidi Rappresentare a quel distinto foco. los Quei, che dipinge lì, non ha chi il guidi, Ma esso guida, e da lui si rammenta Quella virtù che è forma per li nidi. I ti L’altra beatitudo, che contenta Pareva in prima d’ingigliarsi all’ emme, Con poco moto seguitò la imprenta. 11.4 O dolce stella, quali e quante gemme Mi dimostraron che nostra giustizia Effetto sia del Ciel che tu ingemme! 117