Lì si vedrà il duol, che sopra Senna
induce, falseggiando la moneta,
Quei che morrà di colpo di cotenna. 120
Lì si vedrà la superbia che asseta,
Che fa lo Scotto e I’ inghilese folle
Sì, che tion può soffrir dentro a sua mela. 123
Vedrassi la lussuria e il viver molle
Di quel di Spagna, e di quel di Boemine,
Che mai valor non conobbe, nè volle. 126
Vedrassi al Ciotto di Gerusalemme
Segnata con un I la sua bontate,
Quando il contrario segnerà un emme. 129
Vedrassi l’avarizia e la viltate
Di quel che guarda l’isola del foco,
Dove Anchise finì la lunga etate: 132
E a dare ad intender quanto è poco,
La sua scrittura fien lettere mozze,
Che noteranno molto in parvo loco. 13
E parranno a ciascun l’opere sozze
Del barba e del fratel, che tanto egregia
Nazione e due corone han fatto bozze. 13S
E quel di Portogallo, e di Norvegia
Lì si conosceranno, e quel di Rascia,
Che mal ha visto il conio di Vinegia.
O beata Ungheria, se non si lascia
Più malmenare! e beata Navarra,
Se s’ armasse del monte che la fascia! I U
E creder dee ciascun, che già, per arra
Di questo, Nicosia e Famagosta
Per la br bestia si lamenti e garra,
Che dal fianco dell’altre non si scosta. i,S