Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/393

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canto

XXI. 583

Ira le tue consorte perchè fosti prescelta di venire a me fra tante altre anime beate? Non venni prima a I ultima parola non aveva appena pronunciata 1’ ultima parola che del suo mezzo fece il lume centro girando se come veloce mola che cominciò a volgersi come macina, velocemente intorno a sè stessa poi I amor chev era dentro rispuose poi l’anima che era dentro a quel cerchio veloce rispose — luce divina sopra me $ appunla raggio di grazia divina mi coglie penetrando per questa ond io mmventro penetrando la luce che mi circonda la cui virtu congiunta col mio vedere il potere del qual raggio di grazia divina congiunto col mio sapere mi leva sopra me tanto m’ innalza tanto sopra di me eh io veggio la summa essentia di la quale e munta che io scorgo la essenza divina, della quale il detto raggio di grazia è un’ emanazione; quinci venne I allegrezza ondio fiammeggiodi là venne la letizia di cui cresce io splendore perche a la vista mia quanto ella ce chiara la chiarita de la fiamma pareggio laonde alla chiarezza della visione che ho di Dio faccio pari la chiarezza della luce che mi circonda. Quantunque io vegga in Dio molti segreti, giacché fui molto contemplativo, pure non so, nè posso sapere quanto tu ricerchi. Ma quel alma nel ciel che piu si chiara ma quell’alma che più nel cielo vede in Dio — san Pier Damiano quel Sera- fin che n Dio piu locchio affizo quel serafino che tiene continuamente lo sguardo in Dio a la dimanda tua non satisfara non soddisfarà alla tua domanda pero che si s inoltra nel abisso del Eterno statuto quel che chiedi imperocchè quanto ricerchi si profonda tanto nell’Eterno volere che da ogni vista creata e scisso che ogni occhio ne è tanto lontano, quanto il finito dall’ infinito, e al mondo mortal quando tu