Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/403

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canto

XXII. Z3

Quanto son grandi, e quanto son veloci, E come sono in distante riparo. L’aiuola, che ci fa tanto feroci, Volgendomi io con gli eterni Gemelli, Tutta m’apparve dai colli alle foci: Poscia rivolsi gli occhi agli occhi belli. I4 COMMENTO DI BENVENUTO Si manifesta lo spirito di s. Benedetto. Si divide il canto in cinque parti. Nella prima, continuazione del lamento sulla depravazione de’ prelati. Nella seconda, manifestazione di s. Benedetto eminentemente contemplativo. Nella terza, inchiesta a detto spirito. Nella quarta, il Poeta sale al Firmamento. Nella quinta, uno sguardo ai sottostanti pianeti, ed al miserabile nostro globo. Oppresso di stupore mi voLti a la mia guida io Dante, spaventato dal grido de’ molti spiriti, che alla imprecazione di san Pier Damiano unirono le loro proprie, chiamando la superna vendetta contro i perversi mi raccolsi a Beatrice. San Girolamo, san Bernardo si accordano con san Pier Damiano. Ma Beatrice gli mostra che Iddio nella sua provvidenza permette tali mali per alti fini, che non sono dall’ uomo conoscibili; permeLte che i tiranni ed i malvagi abbiano impero onde punire sudditi colpevoli come parvol che ricorre sempre cola dove piu si confida come fanciullo che sempre si rifugia presso la madre, nella quale più di ogni altro confida. Dante era un alunno di Beatrice, che qual madre, colla dottrina, lo aveva allattato fanciullo, e reso adulto lo cibò di forti e sostanziosi cibi teologali. e quella come madre che socore subito al figlio pallido e anelo con la sua voce che sol bene disporre ed essa, qual madre che tosto corre a soccorreDigitized by Google