Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/409

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canto

xxii. 399

ad altro frate che nel partire incontrò, richiese, perchè que’ preziosissimi volumi fossero in tal modo guasti e malconci: cui quel frate alcuni miei fratelli per bisogno han tagliati quinterni, e formati psalteri da vendere ai ragazzi, servendosi de’margini per fare brevi pei divoti. —Ora, o uomo di studio, suda, gela, astienti dal vino e dalle donne per comporre libri di scienze! Le mura che solean esser badia luogo d’uomini santi, perfetti, casa d’ orazione, badia son facie spelunche di ladri e te cocolle gli abiti e cappucci loro son sacca piene di farina ria sono sacchi ripieni d’ogni viziosa pravità, o sacchi pieni di farina tolta dai beni della Chiesa, e convertita nello sfogo di malvagie passioni, ma grave usura tanto non si tolte eontra i piacer di Dio quanto quello fructo che fa il cor de monaci si folte; ma non vi è colpa che tanto offenda Iddio quanto i redditi o frutti della Chiesa malamente dai monaci contro la Chiesa convertiti. L’usuraio è ladro, il monaco che converte i beni della chiesa ad altro uso contro di lei è sacrilego che quantunque la chiesa guarda tutto ee delta gente che per Dio domanda non di parenti ne d altro più brutto che quanto la Chiesa serba di avanzo, provveduto al necessario, tutto è di chi chiede la elemosina, è dei poveri, non dei parenti. Questo passo riguarda il così detto Nepotismo: e di certo in ciò non seguono le vestigia di Cristo, il quale non ebbe parenti che non fosser santi, somigliano essi le macchine che da vicino scagliano enormi massi, da lontano piccolissimi, la carne di mortali e tanto bianda tanto pieghevole che glu non basta bon cominciamento dal nascer della quercia al far la ghianda che nel mondo non basta aver bene incominciato se non si prosegue fino al frutto. Pier comincio il suo convento sanz oro e sanza argenki