Pagina:Commedia - Paradiso (Imola).djvu/435

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canto

XXIV.

anime liete si feron spere si fecero circoli sopra fizi poli sopra poli fissi, ossia cominciarono a ruotare quasi sfere su perni fissi fiammando volte a guisa di comete gettando da sè lunghi raggi come le comete. e quelle carote e quei luminosi cerchi di spiriti circolanti Carola è piccol vaso, ornato per lo più di argento nel quale le donne oltre i cucchiai custodiscono altri utensili d’ argento, danzando de la sua richeccia ditTerentemente mostrando colla danza la loro gloria in modo diverso mi faceano estimare veloce e lente a seconda della loro velocità arguiva più gloria, e meno dalla loro lentezza cosi come cerchi si girano in tempra d orioli nel modo che le ruote di un orologio si movono si che 1 primo la prima interna ruota pare queto a chi pon mente pare non moversi a chi la guarda e I ultimo che voli e la esterna, ultima, più lontana pare che voli rispetto alla prima. Alcuni di troppa fantasia vogliono vedere qui san Pietro formar perno intorno a cui si aggirino gli altri apostoli, locchè non è. Di quella spera ch io notai di piu chiareccia da quella carola o cerchio luminoso che aveva vista più lieta vidi io uscire un foco si felice Vidi sortire un raggio di così ardente carità che nullo vi lascio di piu belleccia che lasciò indietro tutti gli altri raggi delle altre carole. e tre fiatesi volse intorno di Beatrice e tre volte si aggirò veloce, intorno a Beatrice, o per venerazione alla SS. Trinità, o per figurare le tre virtù sulle quali Dante doveva interrogarsi con un canto tanto divo con un canto tanto divinamente dolce che la mia fantasia non mi I ridice che la mia mente non è capace di poter rappresentare; pero la penna salta e non lo scrivo quindi passo oltre, senza occupa rmene che I immaginar nostro ce troppo vivo colore a cotai pieghe non che il parlar perché