E io: per filosofici argomenti,
E per autorità, che quinci scende,
Cotale amor convien che in me s’ imprenti; t1
Chè il bene, in quanto ben, come s’intende,
Così accende amore, e tanto è maggio,
Quanto più di bontà in sè comprende.
Dunque alla essenza, ov’è tanto avvantaggio,
Che ciascun ben, che fuor di lei si trova,
Altro non è che di suo lume un raggio,
Pii che in altra convien che si muova
La mente, amando, di ciascun che cerne
Lo vero in che si fonda questa prova. 56
Tal vero allo intelletto mio discerne
Colui che mi dimostra il primo amore
Di tutte le sustanze sempiterne. 59
Sternel la voce del verace Autore,
Che dice a Moisè, di sè parlando:
lo ti farò vedere ogni valore.
Sternilmi tu ancora, incominciando
L’ alto preconio, che grida 1’ arcano
Di qui laggiù sovra a ogni altro bando.
E io udii: per intelletto umano,
E per autoritade a lui concorde
De’ tuoi amori a Dio guarda il sovrano.
Ma di’ancor, se tu senti altre corde
Tirarti verso lui, sì che tu suone
Con quanti denti questo amor ti morde. SI
Non fu latente la santa intenzione
Dell’aquila di Cristo, anzi m’accorsi
Ove menar volea mia professione.
Però ricominciai: tutti quei morsi,